CAMBIO, LETTERA DI
Titolo di credito contenente l'obbligazione o l'ordine di pagare una certa somma a una scadenza e in un luogo determinati. Nacque in Italia fra XII e XIII secolo come strumento per effettuare pagamenti su piazze diverse da quelle su cui avvenivano le operazioni, evitando così sia le spese sia i rischi di trasporto di moneta. Precedente fu il negozio o affare di cambio, rappresentato da una fitta categoria di contratti che comportavano l'obbligo del debitore di restituire al creditore la somma ricevuta in una specie monetaria uguale o diversa, ma sempre in un luogo diverso. Successivamente comparve la lettera di cambio vera e propria, cioè la cambiale tratta o cambiale commerciale, in cui apparivano un debitore, o traente, che ordinava il pagamento, un suo rappresentante, o trattario, che riceveva l'ordine di pagare, un creditore, o beneficiario, che doveva incassare, e un numerante, che aveva versato al traente la valuta. Dai primi anni del XV secolo cominciò ad apparire sul retro del titolo cambiario la girata, che permetteva l'estinzione di diversi debiti senza circolazione di denaro né emissione di nuove tratte. Con la girata e il successivo riconoscimento di più girate, la cambiale acquisì la natura definitiva di titolo di credito.
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